C’è un momento, quando si ascolta musica, in cui sembra che la melodia tocchi la mente ed il cuore.
C’è un attimo impercettibile in cui la musica apre la porta dei pensieri e si incontra con le immagini, i sogni e ciò che è più intimo.
In quell’attimo, tutto l’essere sembra vibrare del respiro delle note, del fluire dei suoni…
e ci sì può abbandonare e riposare in uno spazio caldo e confortevole, morbido ed avvolgente, che abita in noi, lasciarsi andare e congiungersi alla propria anima.
A volte, dopo questo lungo incontro con se stessi capita che la musica sgorghi dentro come una sorgente che ha voglia di correre per arrivare al fiume, e si sente il desiderio profondo di dare una forma all’incanto percepito come se anche l’aria volesse parteciparvi.
E allora il corpo inizia a muoversi con delicatezza, creando contorni e fruscii nello spazio intorno, le mani inseguono percezioni ed immagini e l’aria si veste di musica e di colori.
Forse questa è la danza, questo incalzare di luce, questo sprigionamento di vita che nasce dal cuore, questa lunga onda che congiunge tutto ciò che vive e che cerca una forma visibile che contenga ed abbracci ciò che si può cantare, dipingere, scolpire … ma non dire.
Nel movimento del corpo ogni sentimento ed ogni pensiero trova il suo giusto posto.
La gioia e l’amore per la vita si aprono in un ritmo più intenso, fatica e dolore si adagiano in un cenno più lento, in uno spiegasi più sofferto, perché tutto è dentro di noi e dentro di noi si trasforma.
In questi attimi di armonia profonda con se stessi, si ride, si soffre, si danza … ma soprattutto si vive.
Dopo una serata di Biodanza – 26 aprile 1999 — Laura